"Ciao, noi non ti conosciamo, ma ci tenevamo a farti sapere che quello che è accaduto è terribile e che anche se non sai chi siamo, ti siamo vicini. Hai ricevuto uno degli insulti più beceri e volgari che l'uomo sia mai stato in grado di produrre. Accusare qualcuno per il colore della sua pelle è aberrante, contro natura.
Non ci sono parole da spendere nei confronti dell'inqualificabile elemento che ti ha aggredita. Il razzismo esiste e non c'è giustificazione o attenuante che tenga, non il periodo storico, non il clima politico attuale: perché tutti possiamo scegliere chi essere e come comportarci. Il razzismo è ignoranza, ma non solo, l'inconsapevolezza non morde, è anche e soprattutto stupidità, frustrazione, piccolezza travestita da arroganza, tracotanza che maschera inadeguatezza.
Oggi, nel 2019, le manifestazioni di odio razziale fanno arrabbiare e ci lasciano sgomenti, ma sappiamo bene che il nostro abbattimento non è neanche paragonabile al senso di smarrimento che puoi provare tu ora. Sarai turbata, forse anche spaventata. Lo saremmo anche noi, tremendamente.
Non riusciamo neanche a immaginare cosa significhi vedere ridotti il proprio nome, le proprie ambizioni, i successi, gli studi, i sacrifici, la propria identità, ad uno sputo.
Speriamo, dal profondo del cuore, che tu non provi vergogna, perché è così facile sentirsi umiliati dalla violenza subita, il senso di impotenza è così umano.
Ti hanno urlato di andartene, ma ti prego resta, ritorna. Ritorna a lezione e in stazione, resta con i tuoi amici, con i tuoi professori, con tutti quelli che conoscono il tuo valore. Dimostra che sei migliore di quella vigliacca che si è permessa di insultarti, rimettila al suo posto manifestando quella dignità che a lei manca e di cui tu invece ti puoi vantare".
Un gruppo di studenti indignati di Scienze Politiche