Istituti ed esperienze referendarie nelle democrazie. Processi di democratizzazione e istituzionalizzazione del fenomeno referendario. Origini ed evoluzione delle esperienze referendarie con specifico riguardo: ad alcune esperienze di particolare importanza (Stati della Federazione USA, Francia, Svizzera Italia e Regno Unito); a consultazioni inerenti l’Unione Europea.
1. P.V. Uleri, Referendum e Democrazia. Una prospettiva comparata, il Mulino.
2. Barbera e A. Morrone, La Repubblica dei Referendum, il Mulino (non più in commercio, consultabile in biblioteca; qualche volume re-peribile per l’acquisto on-line).
3. Una selezione di articoli (comunicati all’inizio del corso) dedicati: al referendum italiano sulla revisione della costituzione (dicembre 2016) e al referendum inglese sulla c.d. Brexit (giugno 2016).
Obiettivi Formativi
Conoscenza in prospettiva diacronica e comparata degli istituti e di alcune tra le principali esperienze referendarie nelle democrazie. Analisi della specificità dei processi di partecipazione e decisione politica attivati tramite i principali tipi d'istituti referendari. Valutazione critica dei diversi tipi di istituti ed esperienze referendarie nel funzionamento delle democrazie contemporanee. Analisi critica dell'esperienza referendaria italiana.
Prerequisiti
nessuno
Metodi Didattici
1° e 2° modulo: lezioni "frontali";
3° modulo: lezioni "frontali" e incontri di carattere seminariale, con presentazione e commento da parte degli studenti di letture dedicate al referendum italiano sulla revisione della costituzione e al referendum inglese sulla c.d. Brexit.
Altre Informazioni
È vivamente raccomandata: I) la frequenza assidua delle lezioni [Dizionario Treccani: assidua (sta per).... cosa, che è fatta con diligenza e continuità, o che avviene in modo continuo, senza interruzione]; II) la lettura attenta: (a) di un quotidiano di informazione; (b) della Costituzione italiana.
Modalità di verifica apprendimento
Esercitazioni orali nel terzo modulo e prova scritta: un numero variabile di domande aperte (da 3 a 5), due ore (o più) di tempo a disposizione.
Programma del corso
Istituti referendari come “istituti di democrazia diretta”? Il “feticcio della democrazia diretta” (N. Bobbio) e le concezioni antiliberali della politica e della democrazia. La liberaldemocrazia rappresentativa come «democrazia sovrana» (G. Sartori). Gli istituti referendari come "istituti di partecipazione e decisione nelle democrazie". Il fenomeno referendario è presente (in misura e con forme diversificate) nella storia politica ed istituzionale delle ‘democrazie dei moderni’. Paesi con governi rappresentativi e democratici hanno esperienze referendarie più o meno intense e significative. Si tratta di esperienze contraddistinte da un’ampia varietà di procedure mediante le quali questioni (problemi, decisioni, leggi) sono oggetto di una votazione degli elettori, nell’ambito di una comunità (nazionale, regionale o locale).Strumenti per la comparazione: classificazioni e tipologie degli istituti referendari.
Nell’ambito delle democrazie europee, l’esperienza referendaria della Confederazione svizzera è una vicenda più unica che rara. Infatti, a partire dalla seconda metà del XIX sec., istituti referendari e ricorrenti votazioni popolari (nella Confederazione, nei Cantoni, nei Comuni) sono un elemento costitutivo di quella democrazia. Al polo opposto si collocano un buon numero di democrazie come Belgio, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo ed altre nelle quali le votazioni referendarie sono quasi del tutto assenti o comunque un evento raro.
Quella francese è un’altra esperienza referendaria molto importante, con una ‘storia lunga’ (fine XVIII sec. – XXI sec.) articolata in due distinti periodi storici; in essa troviamo le origini del fenomeno referendario moderno assieme al plebiscitarismo coniugato con il cesarismo bonapartista. Se nell’esperienza svizzera gli istituti referendari sono strumento di partiti, movimenti e gruppi ad hoc, in quella francese ‘il referendum’ è strumento per eccellenza del Principe (da Napoleone III a de Gaulle).
A partire dai primi anni Settanta del secolo scorso, l’Europa e i processi di costruzione dell’Unione Europea hanno costituito un terreno fecondo per lo svolgimento di decine e decine di votazioni referendarie. Danimarca, Francia, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia ed altri Paesi europei hanno votato una o più volte su questioni inerenti il processo di costruzione dell’Unione europea.
Un’esperienza referendaria assai importante è quella dell’Inghilterra (U.K.), madrepatria del parlamentarismo e della democrazia rappresentativa. Il numero della consultazioni referendarie è relativamente circoscritto e tuttavia le questioni sottoposte al voto sono state di particolare importanza. Da ultimo, il referendum del 2016 sulla c.d. Brexit segnerà per certo le vicende politiche ed economiche inglesi ed europee negli anni avvenire. Un’altra votazione di risonanza europea è stato il referendum per la secessione della Scozia dal Regno Unito (settembre 2014). La maggioranza dei votanti si è espressa contro; la questione è al momento accantonata ma non risolta. Quella votazione era il frutto di un accordo negoziato tra il governo del Regno Unito e le autorità scozzesi. Nei decenni precedenti alcune votazioni referendarie nel Galles e in Scozia avevano riguardato c.d. devolution acts.
Così come la Scozia, anche la comunità autonoma della Catalogna intende proclamare la propria indipendenza dal Regno di Spagna. Una consultazione informale ha avuto luogo nel novembre del 2014; una seconda consultazione è prevista per l’ottobre del 2017. In questo caso tuttavia, il parlamento, il governo centrale e il tribunale costituzionale del Regno di Spagna hanno dichiarato l’illegittimità delle consultazioni volte a sancire la secessione della Catalogna.
Svizzera a parte, l’Italia è il Paese nel quale sono stati votati più quesiti referendari, oltre una settantina, su questioni di particolare rilevanza e complessità (divorzio, aborto, finanziamento statale ai partiti politici, leggi elettorali etc., energia nucleare, responsabilità civile dei magistrati, etc. etc.). La Costituzione prevede che i cittadini con diritto di voto possano sottoscrivere richieste di votazione referendaria su leggi ordinarie già in vigore o, in determinati casi, su leggi costituzionali appena approvate dal Parlamento. Solo poche democrazie prevedono per i loro cittadini simili facoltà. Anche Consigli regionali e un quinto dei membri di una Camera possono attivare gli stessi tipi di procedure. Istituti referendari sono previsti negli Statuti di Regioni e Comuni.
Votazioni quali quelle inglesi sopramenzionate (devolution acts e secessione della Scozia) hanno probabilmente ispirato i due referendum regionali in Lombardia e Veneto, previsti per l’autunno 2017, voluti per acquisire “più autonomia” da una forza politica che in passato rivendicava la secessione di Regioni del nord dal resto della nazione. Da tempo è in corso un progetto referendario per costituire la Romagna in regione autonoma ri-spetto all’Emilia. Tre riforme costituzionali sono state oggetto di altrettante votazioni referendarie, l’ultima nel dicembre del 2016.
L’esperienza referendaria italiana: un'istituzionalizzazione difficile. Le problematiche condizioni dell’instaurazione e del consolidamento democratico dopo il crollo del fascismo. Il referendum istituzionale, il dibattito all’Assemblea Costituente e gli istituti referendari nella Costituzione della Repubblica. I partiti e l’approvazione della legge sugli istituti referendari. Il "partito dei referendum" e i referendum dei partiti. Referendum e leggi e-lettorali: dal 1991 al 2017, l’infinito ‘gioco dell’oca’. Crisi del "referendum abrogativo"? Costituzione italiana, art. 75, 4° c.: Quorum delendum, premiare la partecipazione, neutralizzare l’astensione.
Tra le democrazie di più antico e stabile consolidamento, fuori dal contesto europeo, il fenomeno referendario è presente negli USA, in Canada, Australia e Nuova Zelanda. Votazioni referendarie si registrano anche in Paesi del continente africano, dell’America Latina e in Paesi asiatici.
Il fenomeno è presente da lungo tempo in particolare negli Stati che compongono la federazione USA, con una storia politica e istituzionale di lunga durata, dal XIX secolo ad oggi. Il fenomeno è invece del tutto assente nella federazione USA: la Costituzione federale non prevede istituti referendari. In tutti gli Stati (eccetto uno) sono previsti uno o più tipi di votazioni referendarie obbligatorie. L’elemento che fa la differenza è costi-tuito dal fatto che, in poco più della metà degli Stati della Federazione, i cittadini con diritto di voto possono sottoscrivere richieste di procedure decisionali di tipo referendario. La geografia del fenomeno mostra come esso sia presente soprattutto negli Stati c.d. dell’ovest, quelli più vicini alla costa del Pacifico. La California, in considerazione della sua importanza politica ed economica e delle numerose votazioni popolari è lo “Stato referendario” per eccellenza. Un tentativo di iniziativa popolare che tra qualche anno potrebbe essere sottoposto al voto degli elettori della California è la c.d. Calexit che mira alla secessione dello Stato californiano dalla Federazione.