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Un ricordo del prof. Luciano Cavalli (1924-2021)

Un ricordo dedicato al professor Luciano Cavalli, scomparso l'8 dicembre, da parte della Cesare Alfieri. 

Un ricordo del prof. Luciano Cavalli (1924-2021)

Luciano Cavalli è stato Preside della Facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri” tra il 1971 e il 1974, ma in realtà già nel giugno del 1969, alla scomparsa di Giuseppe Maranini, Cavalli diviene “delegato di Facoltà alle funzioni di Preside”. A Firenze era arrivato da Genova nel novembre 1966 come professore incaricato di Sociologia. Per la Facoltà il significato della chiamata di Cavalli, sostenuta anche da Giovanni Sartori, è quella di una scelta di prospettiva nel settore degli studi sociali. Il suo ruolo nella Facoltà di Scienze politiche diviene centrale in un periodo di profondo rinnovamento e sviluppo della “Cesare Alfieri”. Nel 1968, al momento della rinuncia del professor Camillo Pellizzi, Cavalli diviene direttore dell’Istituto di Sociologia. In questo ruolo, imposterà la straordinaria apertura disciplinare della Facoltà nel settore sociologico, a seguito della riforma del suo ordinamento didattico. Nel nostro Ateneo Cavalli ha ricoperto anche altre numerose e importanti cariche istituzionali: fra le altre quelle di membro del Consiglio di Amministrazione nel biennio 1969-1971 e Presidente dell’Indirizzo Politico Sociale dal 1986 al 1989. Su suo impulso a Firenze è stato fondato il dottorato di ricerca in Sociologia politica – uno dei primi percorsi di dottorato in Sociologia in Italia, e primo dottorato, e per lungo tempo unico, di Sociologia politica – del quale Cavalli è stato a lungo coordinatore. Nel 1987 ha contribuito a fondare, divenendone da subito Direttore, il Centro Interuniversitario di Sociologia Politica (CIUSPO). È stato inoltre fra i fondatori e a lungo Coordinatore della Sezione di Sociologia Politica dell’Associazione Italiana di Sociologia. Nel 1997 è divenuto Professore Emerito del nostro Ateneo.

 

Sul piano della ricerca scientifica i suoi interessi hanno riguardato numerosi temi tra i quali la metodologia della ricerca, lo studio del conflitto nella città, il mutamento sociale, la democrazia e le sue manipolazioni, la governabilità. Una speciale attenzione Cavalli ha dedicato allo studio dei classici della sociologia e, in modo del tutto particolare e caratterizzante, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, a Max Weber, eletto come suo principale punto di riferimento intellettuale, a partire dai saggi weberiani sulla religione, a quelli sulla personalizzazione del potere e della leadership, in particolare nella sua declinazione carismatica. La straordinaria dedizione di Cavalli alla sua vocazione di scienziato, l’originalità e il rigore analitico dei suoi contributi, l’intreccio stretto tra attività scientifica e didattica, hanno avvicinato alla sociologia sempre nuove generazioni di studiosi e proiettato la sua figura sulla scena accademica nazionale e internazionale.

 

A testimonianza della sua passione per lo studio, Cavalli ha proseguito la sua attività scientifica e di ricerca ben oltre l’uscita dal ruolo accademico. Nelle sue vesti di intellettuale pubblico ha contribuito al dibattito politico-culturale del nostro paese. Numerosi e vivaci sono stati, infatti, i suoi interventi apparsi sui quotidiani più diffusi e su riviste prestigiose. Coniugando sapere scientifico, e passione civile, Cavalli ha dato lustro e visibilità alla Cesare Alfieri, un’Istituzione alla quale era orgoglioso di appartenere. 

 

Alla biblioteca di Scienze sociali ha donato una parte cospicua della sua ricca biblioteca personale, specializzata nel campo degli studi della politica e dei classici della sociologia, testimoniando, ancora una volta, anche in questo modo, il suo attaccamento all’Ateneo fiorentino.

10 Dicembre 2021 (Archiviata)

 

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